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Biagio Brancato è nato il 2 Gennaio 1921 a Comiso ( RG) «città in cui ha sempre vissuto e lavorato) tranne per la breve parentesi ( 1937 -1942 ) dei suoi studi all’ Istituto dì BB. AA. di Urbino, e quella relativa al servizio militare (1942 -1946)
Nel 1937, compiuti gli studi alla Scuola d’ Arte di Comiso, frequenta per qualche tempo I’atelier di S. Fiume e partecipa al concorso nazionale per I’assegnazione di una borsa di studio che gli consentirà di frequentare il corso quinquennale all’ Istituto BB. AA. dì Urbino per le tecniche incisorie e I’ illustrazione del libro.
Amico di Bufalino, Guccione, Fiume, Micieli, Dì Stefano, Gulino, Candiano e La Cognata, è stato per anni I’ artefice principale e I’ anima dell’ISA di Comiso, rinunciando, per amore verso la propria terra e verso i suoi allievi, ad una splendida carriera artistica ; a conferma della sua valenza resta la produzione pittorica che lo colloca fra i maggiori artisti siciliani di sempre. Dalla fine degli anni Quaranta e per tutti gli anni Cinquanta ha svolto un’ intensa attività incisoria che gli è valso il Premio a Mazara del Vallo ( ‘ 47 ), Acitrezza(‘ 51), Caltanissetta (’52).
Formatosì come incisore, sulla base di esperienze disegnative asciutte e plastiche insieme, ” le opere degli anni’ 40 – ‘ 50 risentivano dell’ altro versante dell’ Espressionismo tedesco e le sue xilografìe avevano il sapore aspro della povertà contadina, in immagini fatte di neri e di bianchi, in segni spezzati a dichiarare il dolore nel desiderio di partecipare P.Nifosi ) “. Dagli inizi degli anni Sessanta, con quasi totale impegno, Brancato ha diretto fino al 1979 l’ ISA di Comiso, cioè fino alla data del suo volontario collocamento a riposo.
Alla fine degli anni Sessanta e per un perìodo di circa due anni, sperimenta nuove tecniche pittoriche nell’ambito dell’ informale : mostra Personale alla galleria Ponte Uno ( Modica). Tra gli anni Settanta e Ottanta mostre Personali alla Galleria Ponte Due ed il Gabbiano ( Ragusa), Margutta ( Siracusa,’71), L’ Androne ( Scicli ), Cà Brera ( Pozzallo ) . Premio, ex equo con P. Guccione, per le Arti Figurative( Ispica, ‘ 85 ) e mostra al Centro Studi Polivalente ( Ispica, ‘ 87 ). Nella sua lunga attività artistica ha esposto alla Quadriennale di Roma, alle mostre d’ incisione di Zurigo, Lima, alla Mostra degli artisti siciliani, organizzata dalla Biennale di Venezia, al Museo d’arte moderna ( Salon d’ Hiver, Paris ), Calcografia Nazionale( Roma), Museo del libro ( Bruxelles ), Biennale d’ arte ( Gubbio), Concorso Ceramica ( Faenza), Galleria Roma ( Melegnano ), Premio Suzzara.
Ulteriori mostre Personali degne di menzione : Antologica alla Biblioteca Comunale ( Santa Croce Camerina, ‘ 90 ), Palazzo della Provincia ( RG,’91), Palazzo di Leva ( Modica, ‘ 92 ), Sala Esposizione ( Vittoria,’ 92 ), Chiesa S. Teresa ( Scicli,’92 ), Galleria Regina di Quadri ( Modica, ‘ 92,( 94, ‘ 96 ), Nuova Sala Esposizione ( Modica, ‘ 93 ), Mostra Naz. le di pittura ( Vercelli, Santhià,’95, ’98 ) .Premio Banca Sella ( Santhià,’ 95 ), Centro Studi Rossìtto ( RG,’ 95 ), Pro Loco( Comiso, ‘ 96 ), Rassegna Acquaforte ( Modica, ‘ 97 ), Caffè Letterario Brancati ( Scicli, ‘ 01 ).
Secondo Bufalino,” non è un caso che al colmo della sua maturità sia pervenuto ad un’ arte senza spasimo, dove par di sentire come una debole eco dei Maestri del postimpressionismo ( Bonnard, Vuillard ) rivisitati e prosciugati dei loro sughi più morbidi “. Per Guccione è ” artista autentico, il suo spirito creativo è sempre stato spirito astratto. I cavalli, gli acrobati, le figure di donna, non sono stati che un veicolo, un involucro su cui applicare I’elemento artìstico per interrogarsi nel mondo, per tendere verso I’ ignoto “.Per Scopello, ” nella sensualità spontanea della sua figurazione» esprime una straordinaria gioia dì vivere, ancor più evidente nella scelta cromatica : una polifonica festa di colori » vivaci e squillanti che balenano negli occhi e nel sorriso delle sue donne aggraziate. Anche i paesaggi e gli interni consentono a Brancato di comunicare la sua vena poetica che si avverte nell’ accurata distribuzione delle ombre « nella resa di atmosfere sfumate oppure fortemente assolate “. Occhipinti scrive di ” alchimie cromatiche ” e Spanò – Pitrolito Lo titola ” pittore della felicità “, per Nìfosì, i temi ricorrenti di Brancato sono ” giovani donne, paesaggi» nature morte. I volti femminili sono omaggi alla bellezza isolana : I’ incarnato è color mandorla, gli occhi splendono come carboni accesi » l’ acconciatura è esuberante, ostentata con modi iconografici spagnoleggianti alla Rubens, alla Velasquez. Nelle nature morte prevalgono elementi postimpressionisti, adatti ad una sensibilità affabile e innamorata della vita.
Per Civello, ” i momenti di più vaporoso vagheggiamento non sono certo per Brancato mitizzazione idìllica, ma individuazioni, decantate da ogni interesse polemico, di una verità contemplativa ” e , per Barra, ” nelle sue opere la passione sembra superata ma senza raggiungere alcuna idea di forma “.
. Nessun vincolo di parentela, se non artistico « lega il nostro ottantenne Biagio ai gemelli florìdiani – catanesi, Nino e Tano Brancato ne al pachinese – siracusano, Corrado Brancato , Art Director della Galle