La Tragedia del Conte Rosso Monumento ai Caduti d’Africa

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Il Conte Rosso: storia e tragedia

II Conte Rosso – quasi 180 m di lunghezza, più di 22 m di larghezza, oltre 17.0001 di stazza lorda, e con velocità superiore ai 18 nodi – fu varato nel febbraio 1921 ed entrò in servizio sulla rotta Genova-Napoli-New York nel 1922, seguito, l’anno dopo sulla stessa linea, dal gemello Conte Verde. Tutti e due transatlantici facevano parte della flotta del Lloyd Sabaudo ed entrambi, dopo qualche anno, furono spostati sulla linea che collegava l’Italia col Sud America.
In seguito ad importanti accordi politico-armatoriali, all’inizio del 1932 i due “Conti” entrarono a far parte della neo costituita società “Flotte Riunite Italia”. Più avanti, nello stesso anno, le navi passarono sotto la bandiera del “Lloyd Triestino” e, con nuovi allestimenti, furono destinate a coprire la rotta fra Trieste e l’Estremo Oriente con scali a Venezia, Brindisi, Suez, Bombay, Singapore e Shangai.
Il 3 dicembre 1940, come molte altre navi passeggeri, anche il Conte Rosso fu requisito dalla Regia Marina e adibito al trasporto truppe tra Napoli e Tripoli (il Conte Verde, anch’esso requisito, rimase bloccato a Shangai), entrando a far parte, con altre navi in grado di navigare oltre i 15 nodi, dei cosiddetti “convogli veloci”. Tale era anche il convoglio formato dalle navi Conte Rosso, Esperia, Victoria e Marco Polo che scortato dal RCT Freccia e dalle RT Procione, Orsa e Pegaso prese il mare da Napoli all’alba del 24 maggio 1941. Nel pomeriggio, passato lo Stretto di Messina, si unirono al convoglio
come scorta indiretta gli incrociatori Bolzano e Trieste e i RCT Ascari, Corazziere e Lanciere. Poco dopo il tramonto ci si cominciava a preparare per trascorrere la notte. Montava un po’ di nostalgia. Il giorno seguente, però – a meno di brutte sorprese, subito rifiutate non appena si affacciavano alla mente – si sarebbe messo piede in Africa. Ma eccola la brutta sorpresa: si chiamava Upholder (sostenitore, difensore), era un sommergibile inglese, aveva gli ultimi due siluri da utilizzare (per lui) al meglio e attendeva (?) a circa dieci miglia al largo di Siracusa. Dai dati ufficiali erano sul Conte Rosso 2729 uomini: 1432 si salvarono, circa 1300 furono i Morti e Dispersi.
Finiva qui la storia del Conte Rosso e ne iniziava la tragedia!

 

Cesare Samà
(consulente storico artistico per la manifestazione)

 

 

La testimonianza di un superstite.

Mi imbarcai assieme ai miei compagni sulla bellissima nave Conte Rosso che svolgeva servizio di trasporto truppe. Purtroppo la sera del 24 maggio 1941 alle ore 20,41 circa, due siluri di un sommergibile inglese la colpirono e la mandarono a fondo in brevissimo tempo. Annegarono 1297 ragazzi in pochi minuti e non parliamo purtroppo delle camicie nere di avanzata età che erano alloggiate nelle stive. … (La nave ) si vedeva a colpo d’occhio che si sarebbe inabissata in poco tempo. Quindi si può immaginare la mia paura dal momento che non sapevo nuotare. Si vedevano gruppi di ragazzi inginocchiati a pregare e il cappellano che li benediva. Ad un tratto si sentì la voce del capitano che gridò “Si salvi chi può!!”. Io non volevo morire dato che mio fratello era già morto durante la Grande Guerra del 15-18. … Riuscii comunque a calarmi e a gettarmi nell’acqua, ma non essendomi legato al salvagente, cominciai a bere e a gridare a squarciagola “Aiuto!”. Ad un certo punto vidi un ufficiale staccarsi da uno zatterone e venirmi vicino dicendomi “Calma ragazzo, ti tengo io!” … Intanto l’acqua non era più acqua, ma bensì un mare di nafta. … In quel momento ci terrorizzava il fatto che tutto il mare intorno a noi potesse incendiarsi e finire così tutti quanti arrostiti. In quelle condizioni siamo rimasti fino alle 5 del mattino seguente, quando ci raccolsero altre navi di soccorso che ci portarono al porto più vicino, Augusta in Sicilia.

 

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